Una moderna struttura dove sentirsi come a casa propria, perché la serenità offerta da un’accoglienza amichevole è parte integrante del percorso di cura. Sarà questo il valore profondo della Casa Accoglienza San Giuseppe “Antonio Branca”. La struttura nasce per offrire a coloro che per cura, professione o studio frequentano l’Istituto Tumori della Romagna (IRST) IRCCS, l'opportunità di alloggiare a pochi passi dal centro oncologico.
Le camere sono disponibili, secondo i principi dell’edilizia sociale, per pazienti, loro familiari o accompagnatori, ricercatori, personale IRST. Distante poche centinaia di metri da IRST (la struttura si trova in via Paolo Mastri), la Casa Accoglienza dispone, su tre piani, di 26 camere (16 singole, 5 doppie, 5 triple per un totale massimo di 41 ospiti) progettate e arredate per assicurare i migliori standard e comfort, oltre a spazi comuni (reception, area uffici, cucina comune, sala pranzo, soggiorno, sala lettura), parcheggi e giardino. L’immobile è stato sottoposto, oltre ad una importante valorizzazione estetica, anche a numerose migliorie impiantistiche, introducendo tecnologie all’avanguardia che hanno permesso il raggiungimento della classe energetica A.
Presso la Reception sono a disposizione della clientela elenchi contenenti le attività di ristorazione e di servizi di lavanderia convenzionati e non, con indicazione di distanze, tipologia di attività e disponibilità ad effettuare consegna in struttura. I pasti potranno essere consumati in camera o presso le zone dedicate della struttura. Vengono inoltre date informazioni pratiche utili per la permanenza quali contesto locale, trasporti, distanze da località turistiche o ludiche.
Al fine di prevenire la diffusione del COVID -19, è permesso l’accesso alla struttura di accoglienza San Giuseppe solo se l’ospite non è in attesa di esito del tampone o negli ultimi 14 giorni
NON ha presentato sintomi riconducibili al Covid-19;
NON ha avuto contatti stretti con persona positiva o in attesa di verifica della positività al Covid-19 o che ha presentato febbre o sintomi riconducibili al Covid19;
NON è stato sottoposto a quarantena, anche in relazione al rientro da viaggi.
Per essere ammessi alla struttura è necessario inoltre essere in possesso di certificazione verde COVID-19/Green pass.
Al momento dell’accoglienza in struttura verrà richiesta copia della documentazione che attesti le condizioni di cui sopra da allegare ai moduli di registrazione.
La Reception, posta al Piano Terra della Casa è aperta con il seguente orario:
Giorni
Orari
Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì
7:30 - 20:00
Sabato
7:30 - 12:30
Negli altri orari e nei giorni festivi (compreso il 6 dicembre, patrono di Meldola) è presente un servizio di portierato che garantisce l'accesso agli utenti.
La struttura si articola su tre piani ed è stata progettata per soddisfare i migliori standard dell’accoglienza. Le camere, da 1 a 3 posti letto, sono arredate per offrire alti livelli di comfort.
Ogni camera dispone di:
bagno privato con biancheria, phon e il necessario per la cura dell’igiene;
frigorifero;
bollitore per preparare bevande calde;
televisore; cassaforte.
Al piano terra sono disponibili camere per accogliere persone con difficoltà motorie.
Sentirsi accolti, specie se lontani da casa, ricopre un ruolo importante nel percorso di cura di ogni paziente. Per questo la Casa Accoglienza San Giuseppe “Antonio Branca” assicura una serie di servizi fondamentali per un sereno soggiorno.
Reception - È attivo un servizio di accettazione e informazioni per tutti gli ospiti.
Cucina - La Casa è dotata di uno spazio comune adibito a cucina con annessa sala da pranzo. È, inoltre, possibile usufruire del servizio mensa diurno presso IRST.
Internet - Per tutti gli ospiti è possibile accedere gratuitamente ad Internet tramite sistema wi-fi.
Parcheggio e giardino - All’interno e all’esterno dell’Istituto sono presenti parcheggi per autovetture. L’Istituto ha un’area verde liberamente fruibile dagli ospiti.
Navetta - IRST grazie al sostegno dei volontari IOR mette a disposizione per pazienti e loro accompagnatori un servizio di trasporto gratuito da/per le sedi IRST. Per prenotazioni (almeno 3 giorni prima del viaggio) e informazioni si può telefonare al numero 366 9611614 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 15).
La foresteria oltre a portare il nome dell’Istituzione dove ha sede – un grande complesso fondato negli anni ’30, già orfanotrofio e sede di attività educative per l’infanzia – ricorda uno tra gli ideatori del progetto, l’ex segretario generale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Antonio Branca. Il progetto è stato realizzato dal Fondo Emilia-Romagna Social Housing con un articolato piano di investimenti che ha visto quale prima protagonista la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. La gestione della Casa è affidata, tramite convenzione siglata tra IRST Srl e Amministrazione comunale, all’Istituzione “Davide Drudi” di Meldola, ente impegnato nell’organizzazione di numerosi servizi socio-sanitari per il territorio. Nell’ambito dell’accordo, fondamentale il contributo dell’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) Onlus che sarà presente nella struttura con i suoi volontari e operatori.
È possibile effettuare una prenotazione presso la Casa Accoglienza "Antonio Branca" nei seguenti modi:
inviando una mail all'indirizzoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. specificando cognome e nome del richiedente, un recapito telefonico, il periodo di permanenza richiesta, età e numero delle persone che richiedono il servizio e indicando se è necessaria una sistemazione in stanza attrezzata per disabili;
telefonando al numero 0543 739650 dal lunedì al venerdì dalle ore 7:30 alle ore 20:00, il sabato dalle ore 7:30 alle ore 12:30 e dalle 15:00 alle 20:00, domenica e festivi dalle 15:00 alle 20:00.
La Casa Accoglienza San Giuseppe "Antonio Branca" si trova in via Paolo Mastri n. 14/16 a Meldola (FC), 47014.
Quando si è a Meldola (se si arriva da Forlì/Forlimpopoli) ► Entrati a Meldola proseguire per circa 1 chilometro in direzione Meldola centro; voltare a sinistra in via Mazzini (direzione Teodorano) e proseguire ancora 1 chilometro. Oltrepassare via Menotti e Maroncelli. Alla vostra sinistra rimane via Mastri. Il tragitto è accuratamente segnalato.
Dall'Autostrada A14 ► All'uscita dell’A14 di Forlì, svoltare a sinistra e seguire le indicazioni per Tangenziale Est. Imboccata la Tangenziale seguire proseguire per Meldola – Santa Sofia immettendosi poi nella strada provinciale Viale Bidente (SP4). Giunti a Meldola seguire le segnalazioni per l’IRST.
Dalla Stazione Ferroviaria di Forlì ► Per raggiungere l'Istituto dalla Stazione Ferroviaria sono disponibili: - il servizio di taxi direttamente dal piazzale della Stazione Ferroviaria; - autobus n.96/96A che dalla stazione porta fino all’Istituto (fermata Meldola IRST); consultare il sito dell'Azienda trasporti Romagna (START Romagna).
Taxi e radiotaxi ► Attivo 24 ore su 24, per contattare un taxi da qualsiasi zona di Forlì e dintorni, è possibile utilizzare il numero telefonico: 0543.31111 (la Sede operativa è in piazzale Martiri d'Ungheria, 22) Fax 0543.31064 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dall’Aeroporto "Marconi" di Bologna ► Entrare in autostrada A14 attraverso la tangenziale e uscire al casello di Forlì.
L’ Istituto San Giuseppe, una storia di accoglienza e generosità
L’Istituto San Giuseppe di Meldola fu fondato nel 1930 da Mons. Achille Lega, per provvedere al ricovero, mantenimento, educazione morale e religiosa dei ragazzi orfani o figli di famiglie povere.
Alla conduzione del complesso che poteva ospitare fino ad 80 giovani, furono inizialmente chiamate le suore dell’Ordine dell’Addolorata. Il primo edificio del complesso, realizzato grazie a fondi propri e munifiche donazioni private su disegno dell’Ing. Gino Cervesi di Forlì, fu destinato a ricovero femminile e inaugurato il 28 ottobre 1930 dal vescovo Mons. Raimondo Jaffei. La nuova costruzione sorgeva a fianco di un preesistente edificio, già adibito a filanda, attrezzato a laboratorio tessile così da poter insegnare un mestiere alle ospiti e per dare una rendita all’Istituto medesimo. Presso l’Istituto, infatti, venivano preparate tiare, abiti talari e paramenti sacri per il Vaticano e la Curia forlivese. Dopo cinque anni, Mons. Lega ritenne fondamentale estendere anche ai bambini di sesso maschile l’opera dell’Istituto, chiedendo al capo del Governo, Benito Mussolini e alla Famiglia Reale un finanziamento per costruire un nuovo edificio. Ottenuto un finanziamento di 450.000 lire dell’epoca, nel 1936, venne realizzato un secondo, moderno, fabbricato più grande del precedente. Inaugurato da Donna Rachele Mussolini, nel nuovo edificio trovò spazio anche un laboratorio di falegnameria per i ragazzi. Nel 1952, con l’apertura di una Scuola materna intitolata a Mons. Lega e la soppressione dell’Orfanotrofio, l’educazione dell’infanzia diventò l’attività principale. Una connotazione che dura tutt’oggi insieme al coordinamento di alcune associazioni di volontariato, tra le quali la Caritas Meldolese. A cavallo tra anni ’90 e primo decennio del duemila, il progressivo disuso di molti locali portò ad una seria riflessione sul futuro di parte dell’Istituto e sulla sua messa in sicurezza. Tra i primi ad interessarsi al problema, nel 2011, fu Antonio Branca, all’epoca segretario della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì che, insieme alle Direzioni IRST, elaborò un progetto di riqualificazione per rispondere alle esigenze di alloggio temporaneo di pazienti e loro familiari, specie per quelli provenienti da fuori Regione. Il progetto è stato presentato e approvato nel giugno 2012 da InvestiRE SGR, primario operatore del risparmio gestito specializzato e punto di riferimento per il mercato degli investitori istituzionali e operatori professionali, in qualità di gestore del Fondo immobiliare etico Emilia-Romagna Social Housing; l’avvio formale dei lavori è del febbraio 2015.
Nella ricerca di un simbolo che potesse rappresentare efficacemente i valori propri dell’accoglienza e del territorio meldolese, la scelta è caduta su giglio rosso, inscritto nel profilo di una casa. Oltre ad esser classicamente associato nell’iconografia cristiana alla figura di San Giuseppe, sono numerosi i riferimenti che fanno spiccare l’immagine del giglio quale abbinamento ideale. Un fiore, in sé, è già simbolo che esprime semplicità, tranquillità, equilibrio e naturalezza; elementi rafforzati dall’abbinamento al rosso/arancio, un colore tipicamente caldo, positivo, luminoso, emotivamente coinvolgente. Forse ancor più significativi gli aspetti storico-naturalistici. In primis, il giglio rosso è simbolo presente nello stemma comunale di Meldola (è tenuto nella zampa destra dal leone che campeggia al centro dello scudo), a ricordo dell’aiuto offerto dai fiorentini a difesa della città dall’assedio degli Ordelaffi. Infine, il Lilium bulbiferum è tra le specie vegetali più rappresentative e rare della Riserva Naturale di Scardavilla, alle porte di Meldola. Scardavilla – uno dei più ampi e interessanti boschi delle colline forlivesi – è nota anche per esser stato oggetto di ampio studio del naturalista forlivese Pietro Zangheri (1889-1983), eminente scienziato e padre dell’ecologismo italiano.