Informazioni utili su vaccinazioni Covid-19
È importante premettere che:
- Avere una patologia oncologica non è tra le condizioni che, a priori, possano sconsigliare la vaccinazione contro il COVID-19;
- I pazienti oncologici, se colpiti dal COVID-19, potrebbero incontrare conseguenze più gravi rispetto alla popolazione non oncologica.
Per questi motivi, le principali Società Scientifiche nazionali e internazionali, ad oggi, raccomandano l’esecuzione del vaccino per questa categoria di pazienti.
La vaccinazione, inoltre, può rappresentare un’utile garanzia per la continuità delle terapie. I pazienti oncologici, infatti, per poter seguire il proprio percorso di cura devono frequentare luoghi (es. ospedali o ambulatori) che, seppur potenzialmente sicuri, vedono un’alta densità di accessi e per questo potrebbero essere più esposti al contagio rispetto a chi, invece, può restare al proprio domicilio. Inoltre, va considerato che, in caso di infezione da COVID-19 e/o obbligo di isolamento/quarantena, i trattamenti potrebbero subire ritardi con un rischio d’impatto diretto sul raggiungimento degli obiettivi di cura.
In generale, le controindicazioni all’esecuzione del vaccino, sono le stesse della popolazione non oncologica:
- allergie gravi accertate ad uno o più componenti del vaccino;
- per la seconda dose, reazione allergica grave dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino;
- malattia febbrile acuta severa o infezione acuta in atto (la vaccinazione viene rimandata a dopo la guarigione).
In ogni caso, è opportuno che la valutazione sulla decisione di sottoporsi o non sottoporsi alla vaccinazione sia condivisa dal paziente con il proprio medico (medico di medicina generale e/o oncologo-ematologo) e comunque, al momento della vaccinazione, con il medico vaccinatore presente nei punti di somministrazione dell’AUSL di competenza.
I pazienti con difese immunitarie basse o che si stanno sottoponendo ad alcuni specifici trattamenti (terapie anti-CD20 o terapie citotossiche) potrebbero presentare una risposta anticorpale bassa al vaccino, non ben valutabile con i test sierologici attualmente disponibili, pur sviluppando comunque una risposta immunitaria efficace al virus.
In generale, così come per altre vaccinazioni, per ottenere la miglior risposta possibile da parte del sistema immunitario, è importante che i pazienti effettuino il vaccino alcuni giorni prima di sottoporsi al ciclo di terapia, nel momento in cui c’è un recupero immunologico, e non subito dopo.
In conclusione, alla luce delle indicazioni della comunità medica e delle evidenze scientifiche, anche dopo attenta valutazione di eventuali rischi di reazioni, è raccomandabile che i pazienti oncologici ed ematologici aderiscano alla vaccinazione contro il COVID-19.
Come definito dalla regione Emilia-Romagna, a partire dalla settimana del 15 marzo le Aziende Usl contatteranno direttamente le persone che rientrano nella categoria degli “estremamente vulnerabili”, così definita a livello nazionale in relazione a determinate problematiche di salute, per informarle sulle modalità con le quali potranno accedere alla vaccinazione. Le persone “estremamente vulnerabili”, indipendentemente dall’età, saranno contattate e prese in carico direttamente dalle Aziende sanitarie di riferimento, e quindi non dovranno prenotare. Nell'elenco sono comprese persone affette da patologia oncologica e emoglobinopatie (pazienti onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure e conviventi, genitori di pazienti sotto i 16 anni di età, pazienti affetti da talassemia). |