IRST Dino Amadori IRCCS

Nanotecnologie per combattere i tumori: IRST e IOR uniti per "Adotta un progetto" - 25 novembre 2015

L’Istituto Oncologico Romagnolo lancia una campagna di raccolta fondi diretta ad aziende e cittadini per sostenere un progetto di ricerca IRST finalizzato allo sviluppo in laboratorio di un modello 3D in grado di mimare le condizioni che naturalmente si verificano a livello di tessuti ossei e delle cellule tumorali

Da sinistra: Fabrizio Miserocchi, Laura Mercatali, Dino Amadori, Toni Ibrahim, Alessandro De Vita e Chiara Liverani

Le nanotecnologie, preziose alleate nello studio dei tumori. Non si tratta di fantascienza ma di una linea di ricerca particolarmente promettente che IRST Irccs ha intrapreso e, grazie ai finanziamenti che saranno raccolti dalla seconda edizione della campagna “Adotta un progetto” rivolta a cittadini e aziende promossa dall’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) durante le prossime festività, potrà fornire ulteriori strumenti per la comprensione dei processi di diffusione dei tumori. In particolare, i ricercatori del Centro di Ostencologia e Tumori Rari dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) Irccs, saranno nei prossimi mesi impegnati in un importante studio finalizzato a sviluppare, insieme ai ricercatori dell’equipe del prof. Mauro Ferrari e del suo collaboratore prof. Ennio Tasciotti, del The Methodist Research Institute, un modello di ricerca pre-clinico in grado di ricalcare il più possibile le condizioni ambientali in cui si formano i tumori.

L’iniziativa è stata presentata giovedì 25 novembre in una conferenza stampa a cui hanno presenziato le Direzioni IRST, IOR e i ricercatori del Laboratorio di Bioscienze.

Cuore del progetto, illustrato dalle dottoresse Laura Mercatali (Referente Ricerca traslazionale CdO-TR IRST Irccs) e Chiara Liverani (bio-tecnologa, ricercatrice CdO-TR) – entrambe coadiuvate dal dott. Alessandro De Vita (farmacista, ricercatore CdO-TR) – è la creazione in laboratorio di un vero e proprio “scheletro” o modello tridimensionale a base di collagene microscopico (scaffold) – della grandezza pari a pochi miliardesimi di metro – in cui si possano far crescere differenti tipi cellulari, sani come tumorali. In questo modo si potrà mimare meglio, rispetto alle procedure di coltura standard ovvero alle classiche piastre piatte (bidimensionali), l’ambiente delle cellule tumorali nell’organismo umano. Per far ciò, i ricercatori IRST hanno stretto una collaborazione con il Methodist Research Institute di Houston, realtà prima al mondo nel campo dello sviluppo di nanotecnologie con varie finalità mediche, diagnostiche, rigenerative o quali vettori di farmaci. Superando il gap esistente fra i modelli in vitro utilizzati in laboratorio e quelli in vivo, i ricercatori IRST avranno la possibilità di studiare in condizioni simili a quanto accade realmente nel corpo dei pazienti, le condizioni fisiopatologiche delle cellule tumorali e, quindi, il “linguaggio”, le interazioni che esistono tra cellule sane e cellule malate. Aspetto, quest’ultimo, fondamentale per migliorare la predittività degli studi farmacologici preclinici.

“Da tempo la ricerca scientifica del nostro Paese sta attraversando un momento davvero complesso – ha detto Giorgio Martelli, Direttore generale IRST Irccs –: nonostante l’alta qualità degli studi condotti dai nostri ricercatori, è crescente la difficoltà di reperire fondi per finanziare attività che, è bene non scordarlo mai, sono l’unico motore per far progredire conoscenze e cure. L’impegno di IRST Irccs è, da questo punto di vista, massimo e il recente varo del contratto della ricerca per un inquadramento in senso migliorativo di tanti ricercatori, ne è un esempio. Ma il nostro sforzo a volte non basta: per questo, iniziative come quella presentata oggi, sono fondamentali per sostenere progetti davvero importanti per la lotta alle patologie oncologiche. Auspicando si raggiunga il successo toccato dalla scorsa campagna, allora dedicata a uno studio sul tumore al polmone, ringrazio l’Istituto Oncologico Romagnolo, le migliaia di volontari che l’animano e i tanti che crederanno come noi in questo progetto.”

 “Abbiamo deciso di lanciare due importanti campagne di raccolta fondi per Natale in tutta la Romagna per sostenere questo progetto di ricerca - ha detto Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR –: le strenne natalizie e la campagna degli aderenti. Le strenne sono ideali per dimostrare ai propri clienti, fornitori e dipendenti che si pensa a loro in un momento così speciale dell’anno, valorizzando inoltre la propria responsabilità sociale di impresa. Si potrà, inoltre, diventare sostenitore del progetto di Ricerca donando direttamente alla campagna natalizia dello IOR: presso le 10 Sedi dello IOR nel territorio romagnolo, oppure tramite bollettino postale ccp 10839470 o tramite bonifico bancario IT 76 Z 05387 13202 000000011090, causale “Sostenitore 2016”. Sostenendo questo progetto si potrà diventare protagonista e parte attiva nella lotta contro il cancro. Sono certo che insieme potremo fare la differenza ancora una volta.”

Ringraziato lo IOR per il sostegno assicurato al progetto, il dott. Toni Ibrahim (Responsabile del Centro di Osteoncologia e Tumori rari IRST Irccs) ne ha definito finalità e caratteristiche: “Per realizzare un’idea scientifica c’è bisogno di una struttura fatta di tecnologie ma anche di professionisti motivati e soddisfatti che lavorino per un obiettivo preciso. Con il progetto che IOR sosterrà quest’anno, vogliamo decifrare, tramite l’impiego di scaffold in grado di riprodurre un ambiente fedele a quello dell’organismo, il linguaggio che utilizzano le cellule malate per comunicare con quelle sane e, ove possibile, sviluppare farmaci in grado di bloccare questa comunicazione per evitare la formazione o la diffusione di metastasi.”

Numerosi gli aspetti evidenziati nel suo intervento dal prof. Dino Amadori (Direttore scientifico IRST Irccs e Presidente IOR) che rendono la ricerca sostenuta da “Adotta un progetto”, uno studio davvero importante. Da quelli etico-morali – “c’è un vivace dibattito sull’utilizzo di animali nelle sperimentazioni ed è certamente condivisibile l’obiettivo di avere ricerche sempre meno invasive per gli essere viventi; esistono, in tal senso, già delle evidenze scientifiche che dimostrano come un tumore artificialmente prodotto utilizzando le nanotecnologie, abbia le stesse caratteristiche di sensibilità e resistenza ai farmaci proprie di un tumore trapiantato nell’animale. Il modello degli scaffold, una volta messo a punto, potrebbe così sostituire la sperimentazione in vivo” – a quelli puramente scientifici: “Inoltre, le nanotecnologie sono importanti – continua il prof. Amadori – anche nella medicina rigenerativa per riprodurre parti di osso o tessuto danneggiate. Tutto questo rientra nella mission dell’Istituto, ovvero fare ricerca oncologica traslazionale, quel tipo di ricerca che ci permette di applicare immediatamente nella pratica clinica le scoperte fatte in laboratorio. Con iniziative come quella che presentiamo oggi, lo IOR promuove e sostiene questo tipo di ricerca nel nostro territorio. E’ però indispensabile che tutti, in particolare i principali attori della sanità locale, abbiano la consapevolezza e la sensibilità per comprendere che l’altissimo livello dell’assistenza e della ricerca raggiunti in IRST potrebbero replicarsi in tutta le sedi dell’oncologia romagnola; ci sono molti professionisti di grande qualità nelle altre oncologie del territorio ma che non hanno le risorse sufficienti per sviluppare percorsi di ricerca come quelli IRST. Occorre che tutti gli oncologi prendano confidenza con la ricerca traslazionale perché è il modo migliore per potenziare le loro competenze e garantire così, un giorno, in tutta la Romagna, la presenza di equipe di professionisti specializzati in grado di offrire clinica e ricerca di altissimo livello.”

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