La vita dopo il tumore: mercoledì 6 ottobre, all’Irst, presentazione progetto “Liberi dal cancro"
Mercoledì 6 ottobre, alle 17, all’istituto tumori di Meldola, in sala Tison, verrà presentato ufficialmente il progetto “Liberi dal cancro: la vita poi!”. L’iniziativa, cui è invitata tutta la cittadinanza, è inserita nel carnet della “Settimana del Buon Vivere”, grande evento promosso nel territorio della provincia di Forlì-Cesena da Legacoop, Lilt e Irst per discutere di salute, benessere, identità e sviluppo con i massimi referenti italiani del settore.Tornare a vivere, non solo sopravvivere. Spesso, infatti, essere liberi da tumore da un punto di vista medico non significa avere una qualità di vita soddisfacente. E’ per questo che l’Irst ha ideato un progetto ad hoc, diretto a restituire questi pazienti, definiti survivors, ovvero guariti da neoplasia, all’esistenza che conducevano prima della malattia. E’ nato così “Liberi dal cancro: la vita poi!”, che verrà presentato pubblicamente mercoledì 6 ottobre, alle 17, all’istituto tumori di Meldola, in sala Tison. L’iniziativa, cui è invitata tutta la cittadinanza, è inserita nel carnet della “Settimana del Buon Vivere”, grande evento promosso nel territorio della provincia di Forlì-Cesena da Legacoop, Lilt e Irst per discutere di salute, benessere, identità e sviluppo con i massimi referenti italiani del settore.
All’incontro, oltre agli ideatori, il prof. Dino Amadori, direttore scientifico dell’Irst, e il dott. Ugo De Giorgi, responsabile del gruppo Patologia uro-ginecologico dell’Irst, nonché coordinatore del progetto, parteciperà anche il dott. Corrado Fini, direttore del Dip. di Cure Primarie dell’Ausl di Forlì. Sono inoltre stati invitati i Medici di Medicina Generale che, in questa partita, giocano un ruolo di primo piano, in quanto sono il primo punto di riferimento per i pazienti “liberi da cancro”. La loro presenza servirà a stimolare un proficuo confronto e scambio di idee con gli oncologi dell’Irst e i pazienti, così da condivedere approcci e azioni terapeutiche al fine di offrire un servizio sempre migliore.
«Il progetto non si rivolge a pazienti, ma a persone che hanno avuto una storia di cancro e ne sono, tuttavia, “libere” da almeno 5 anni – illustra il dott. Ugo De Giorgi, coordinatore dell’iniziativa – l’accento, quindi, oltre che sulla gestione clinica di eventuali ricadute a lungo termine, verrà posto soprattutto sugli aspetti psicologici e socio-relazionali». Per tale motivo, è prevista la presenza di una psicologa, la dott.ssa Silvia De Padova, che sarà fra i relatori dell’incontro di mercoledì. «Esiste il rischio che queste persone si sentano abbandonate a loro stesse, oppure siano prese in carico esclusivamente dai Medici di Medicina Generale – prosegue il dott. De Giorgi – Come oncologi dell’Irst intendiamo collaborare con questi ultimi, ottimizzando le risorse e definendo linee guida comuni, di pubblico dominio, sulle modalità di azione». Nell’ambito del progetto “Liberi dal cancro”, l’istituto di Meldola prenderà parte a iniziative nazionali e internazionali su questi temi, tra cui uno studio europeo che prevede l’invio di un questionario alle persone “libere” dal tumore del testicolo, in modo tale da verificare il livello di qualità della vita da loro percepito. «Si tratta di uno studio europeo di cui noi, come Irst, siamo i coordinatori per l’Italia – spiega il dott. De Giorgi – l’obiettivo è fotografare la qualità della vita e lo stato d’animo dal punto di vista psicologico e sociale di quanti hanno alle spalle una storia di chemioterapia per tumore del testicolo. Inoltre, con la psicologa, dott.ssa De Padova, abbiamo in cantiere due progetti finalizzati a valutare il carico emotivo e il disagio psicosociale di queste persone e dei loro familiari in casi selezionati».
In questo modo, l’istituto Tumori di Meldola intende offrire un approccio “globale” al soggetto oncologico, obiettivo primario dell’Oncologia moderna. Tale approccio rende imprescindibile una fase riabilitativa multidisciplinare che si faccia carico di restituire il paziente “guarito” alla propria quotidianità al meglio delle proprie potenzialità, ottimizzando le procedure terapeutiche specifiche. Uno spazio dove tentare anche di tramutare il disagio in un’opportunità, dove essere liberi da malattia significhi anche sentirsi liberi di costruire il proprio futuro, accettando il cambiamento che la malattia ha portato, integrandolo nella propria esistenza per sentirsi liberi di continuare a vivere.