Bilancio Sociale IRST 2020
L'Irst "Dino Amadori" è lieto di presentare la prima edizione del proprio "Bilancio sociale" (o bilancio di sostenibilità) riferito all'anno 2020, e che ha il significativo sottotitolo "Dove la ricerca cura". Pur non essendo strettamente obbligato a farlo (la normativa sulle società a controllo pubblico, come noi siamo, demanda agli organi dell'Istituto la relativa scelta), il Consiglio di Amministrazione, d'intesa con le direzioni generale, scientifica e sanitaria, ha convintamente deliberato la sua redazione, perché esso è uno strumento attraverso cui si dà conto alla comunità di riferimento territoriale e a tutti gli interlocutori dell'attività svolta, e lo si fa non in modo enfatico o celebrativo, ma con dati precisi e validati senza tacere le difficoltà create dalla pandemia, ma mostrando i percorsi per contrastarne le ricadute negative. Del resto, lo stretto rapporto con il territorio è alle origini della nascita dell'Istituto. Prima di progettare la struttura e di costruire i muri, il professor Amadori si preoccupò di creare le condizioni, sociali e culturali, per il suo radicamento efficace. Non a caso la creazione dello lor, l'Istituto oncologico romagnolo, una realtà di volontariato che non ha eguali in Italia, risale al lontano 1979, e sin dall'inizio apparve chiara la visione di lungo periodo del suo fondatore: non si trattò di dare visibilità a un singolo brillante medico e ricercatore o a un gruppo di professionisti, e neanche di fare competere un territorio a scapito dell'altro, ma di costruire pazientemente una rete, così da permettere alla migliore ricerca di trasferirsi nella migliore assistenza dei malati oncologici, e alla migliore assistenza di interpellare costantemente la ricerca. Ho avuto modo, all'inizio degli anni 2000, di venire a contatto con i primi vagiti dell'lrst. facendo parte di una commissione di studio sulle sperimentazioni gestionali pubblico-privato costituita all'interno dell'assessorato regionale alla sanità: apparve subito chiaro ai componenti della commissione che quanto si stava realizzando a Meldola era qualche cosa di serio e di non occasionale, frutto di menti aperte al futuro e disinteressate, che avevano preparato il terreno e lo stavano arando con passione e intelligenza. Prima ancora del riconoscimento formale, che avverrà nel marzo 2012, l'Istituto era già, nella sostanza, un lrccs, cioè un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Il modello di governance pubblico-privata dell'Istituto è il segreto del suo successo: un ruolo pubblico determinante e convinto, sia da parte della Regione, sia da parte dell'Azienda Usl. dell'Università di Bologna e del Comune di Meldola; un ruolo dei "privati" (lor e Fondazioni bancarie, dunque quello che viene chiamato il privato sociale, completamente non profit) altrettanto convinto nel manifestare la volontà di partecipare della popolazione, quella di ieri e quella di oggi (e anche quella di domani, cioè le future generazioni), attraverso una miriade di collaborazioni con le tante realtà economiche e sociali di cui è ricco il territorio romagnolo. Oggi l'Istituto sta per realizzare compiutamente il sogno dei fondatori: essere un lrccs per tutta la Romagna, attraverso una chiara integrazione funzionale con l'Azienda sanitaria locale del territorio, una rete di collaborazioni con le più avanzate realtà di ricerca traslazionale in Europa e nel mondo, senza dimenticare l'aiuto concreto e paritario a chi è più in difficoltà (basti pensare alla collaborazione con l'ospedale di Mwanza e con la rete sanitaria della Tanzania). Dino Amadori ha lasciato la vita terrena proprio all'inizio della pandemia, ma il modo con cui l'Istituto ha affrontato e sta affrontando questa sfida troverebbe, ne sono sicuro, la sua adesione: il solco da lui tracciato vive pienamente nella quotidianità della vita dell'lrst-lrccs. Non c'è dipendente dell'lrst. non c'è malato che cerca in Istituto una risposta alla sua sofferenza, che non sentano il fondatore ancora vicino e che non sperimentino la fecondità dei suoi suggerimenti e della sua visione. Ecco perché considero un onore sottoporre alla lettura di tutte e di tutti questo primo Bilancio sociale di missione.
Renato Balduzzi
Presidente IRST "Dino Amadori" IRCCS